Quando è nata la carica del Presidente della Repubblica Italiana

La carica di Presidente della Repubblica nasce il 1 Gennaio 1948 quando viene promulgata la Costituzione Italiana, da quel momento gli articoli che la compongono, nati dal lavoro dell’Assemblea Costituente, regolano lo stato e le sue istituzioni. E’ una delle cariche più importanti dello stato perché è il garante dell’Unità Nazionale (art.87 della Costituzione) ed ha il compito di proteggere l’ordinamento statale affinché funzioni regolarmente secondo la Costituzione e i principi della democrazia. E’ il Parlamento che,con uno scrutinio segreto, elegge il Capo dello Stato che resterà in carica per 7 anni (Art.85 della Costituzione). Ma quando e come nasce la carica del Presidente della Repubblica? E Perché è così importante?

Quando è nata la carica del Presidente della Repubblica Italiana

La carica di Presidente della Repubblica nasce il 1 Gennaio 1948 quando viene promulgata la Costituzione Italiana, da quel momento gli articoli che la compongono, nati dal lavoro dell’Assemblea Costituente, regolano lo stato e le sue istituzioni. Per tutte le sue funzioni, ilCapo dello Stato deve necessariamente essere al di sopra delle parti di tutte le forze politiche, per arbitrare e decidere cosa fare,specialmente quando gli organi di governo si trovano in difficoltà. Ma quando e come nasce la carica del Presidente della Repubblica? E Perché è così importante?

Quirinale (particolare)
Prima del ventennio fascista la struttura politica italiana era una monarchia parlamentare diretta dalle regole dello Statuto Albertino. Secondo tale statuto i disegni di legge dovevano passare sempre per il Parlamento e ricevere l’approvazione finale del Re. In questo modo veniva limitato il potere esecutivo del sovrano, non più libero di applicare le sue leggi senza l’approvazione del Parlamento, composto principalmente dal ceto borghese e dalla nobiltà, e permetteva anche ai Ministri di presentare e proporre delle leggi. Il Sovrano era anche il garante dell’Unità Nazionale e della Sovranità dello Stato che all'epoca non apparteneva alla nazione, cioè al popolo, ma al Re , anche se aveva poteri limitata dal Parlamento.

Nel 1943, durante le fasi conclusive della Seconda Guerra Mondialeall'interno dei sei partiti antifascisti che componevano il Comitato Liberazione Nazionale (CLN), nacquero dei dubbi sull'operato dei Savoia che in diverse occasioni avevano indebolito ciò che dovevano difendere: l' Unità Nazionale. Sotto accusa le scelte del re Vittorio Emanuele III, dall’aver permesso vent’anni prima l’ascesa di Mussolini, e di aver, una volta firmato l’armistizio dell’8 Settembre 1943 con le forze Alleate, lasciato Roma per stabilire il Governo Badoglio a Brindisi. Le conseguenze furono la difficoltà delle truppe italiane di dover improvvisamente combattere contro i tedeschi e la perdita della sovranità degli organi governativi con conseguente vuoto di potere.

Il Presidente della Repubblica Pertini innanzi al Milite Ignoto

L’ Italia si trovò divisa sia territorialmente in due parti con a sud il Governo Militare Alleato sotto il controllo americano e il nord sotto il nome di Repubblica di Salò  controllata da Mussolini; e sia dal punto di vista governativo, oltre infatti al Governo monarchico-conservatore del Maresciallo Badoglio a Brindisi e quello di Mussolini a Nord, a Roma i sei partiti antifascisti avevano creato il CLN attraverso il quale il Partito d’Azione guidava i Partigiani

Fu nel CLN che nacquero le perplessità sulla politica del Re, passando dai più radicali che chiedevano la fine della monarchia, sino ai monarchici, come Benedetto Croce ed Enrico De Nicola, che non volevano la fine del ruolo del sovrano ma comunque l’abdicazione di Vittorio Emanuele III.
Una volta liberata Roma nel Giugno del 44 e unito il CLN con il Governo Badoglio, attraverso la luogotenenza del principe Umberto, le forze politiche decisero che la scelta tra Monarchia e Repubblica sarebbe stata fatta dal popolo attraverso il voto a suffragio universale stabilito per il 2 Giugno 1946.
In quel giorno vinse la Repubblica con poco scarto di voti rispetto alla Monarchia, per questo l’Assemblea Costituente, chiamata a creare una nuova costituzione per regolare gli organi repubblicani,scelse come Capo il monarchico Enrico De Nicola e come Presidente il social-democratico Saragat. La forte presenza di entrambe le ideologie portò alla conservazione di alcune cariche passate, limitate nel potere e adeguate alle nuove istituzioni repubblicane.
Giuramento del Presidente Oscar Luigi Scalfaro
Tra queste la più importante è quella del Presidente della Repubblica, carica nata dalla trasformazione in chiave democratica e repubblicana del ruolo del Sovrano. Come l’antico sovrano, il Capo dello Stato è il comandante supremo delle forze armate, promulga le leggi dopo essere state approvate dalla Camera e dal Senato, le può rimandare alla Camera, può sciogliere le Camere, concedere grazie e nominare membri di molti organismi istituzionali. 
Quello che è cambiato rispetto al passato è l’elettività del ruolo, il cui mandato dura sette anni e non è più ereditario, e la “nuova” Unità Nazionale che dovrà rappresentare, non fondata più sulla Sovranità del Re,  ma su quella del popolo rappresentata dai partiti in Parlamento. Importante e fondamentale è anche  il ruolo di difensore della Costituzione Italiana. Quel 1 Gennaio 1948 fu scelto il Capo dell’Assemblea Costituente, Enrico De Nicola, come Primo Presidente della Repubblica nell’attesa della prima vera elezione che avverrà pochi mesi dopo, il 12 Maggio 1948, quando il Parlamento eleggerà Luigi Einaudi.


Per il Video:

https://www.youtube.com/user/CinecittaLuce


Testo a cura di Claudia Cepollaro




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